Il sogno di una vita in una notte

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Quello che é successo la sera del 6 Dicembre, per chi fa il mio mestiere, é qualcosa che sogni una vita. La notizia me l’avevano anticipata circa un mese fa ma, un po’ perché non é mai stato nella mia indole sbandierare ai quattro venti i riconoscimenti ricevuti, un po’ perché…volevo che la cosa fosse davvero ufficiale, non l’avevo ancora detta a nessuno. Era come se avessi avuto paura di svegliarmi all’improvviso da un sogno e…volevo toccare prima con mano e assaporare questa meravigliosa sensazione. La rivista più famosa al mondo, Wine Spectator, da 5 anni organizza una première alla vigilia del Vinitaly in una location prestigiosa come il Palazzo delle Gran Guardia a Verona; in sostanza, sceglie quelle che, secondo i suoi criteri, sono le 100 aziende(o poco più) migliori in Italia; per il 2017, l’evento sarà il 6 Aprile e…fra le 100 aziende, con mia grande sorpresa iniziale, hanno scelto anche la piccolissima Tenuta Pederzana! E così, mi sono ritrovato su un palco con la giornalista Alison Napjus di WS che leggeva la tanto attesa “lista dei 100″ (comparsa, a dire il vero, in anteprima domenica 4 novembre 2016 sul Corriere della Sera) e, con al mio fianco molti dei mostri sacri del mondo enologico italiano (non mi dilungo sui nomi, vi lascio il piacere di leggere coi vostri occhi l’intera carrellata di aziende scelte). Quando oltre vent’anni fa ho iniziato a fare questo lavoro, guardavo a queste aziende come a qualcosa di inarrivabile, quasi non avevo il coraggio di pronunciare i nomi dei vini che producevano tanto le vedevo lontane e di un altro pianeta. L’entusiasmo che avevo allora, però, mi faceva pensare positivo e mi spingeva a migliorarmi tutti i giorni per cercare di raggiungere prima o dopo qualche “palcoscenico” importante, anche se, devo esser sincero, non avrei mai pensato potesse essere tanto importante come quello di ieri sera; ed é così che, ieri sera, mentre Alison Napjus leggeva uno dopo l’altro questi nomi, in mente mi scorrevano uno dopo l’altro i ricordi di una vita…quando a quattro anni Franco Simonini, mio illustre predecessore mi fece assaporare il suo buonissimo “Tocio” (un Grasparossa dolce parzialmente fermentato), quando scorrazzavo da mattina a sera nella mia amata Solignano Vecchio e, senza saperlo, iniziavo ad innamorarmi della terra e poi…quando Franco é morto e la terra é rimasta in dote a nonna Margherita, quando nonna mi ha affittato l’azienda (ero ventunenne quella volta!) perché…”così sono sicura che qualcuno la porterà avanti”, poi i primi anni di grandi entusiasmi ma anche di comprensibili timori perché non avevo studiato enologia e non avevo imparato l’arte complessa di questo mestiere(che si impara solo con tante vendemmie sul groppone!), poi l’università a studiare Viticoltura ed Enologia per padroneggiare meglio tutto il ciclo produttivo e per capire bene perché facevo una cosa piuttosto di un’altra,aggiungere la ragione e la cognizione di causa al cuore e all’estro che servono per inventare qualche vino e tracciare un solco che rimanesse nel tempo; poi vendemmie, fiere, eventi, riconoscimenti, persone…sì,soprattutto persone! Perché le aziende, da sempre, secondo me le fanno un grande terroir, un grande vitigno e una grande persona capace di fare sintesi ed interpretare la materia prima che madre natura gli mette in mano! Quando ci sono queste tre cose, i vini che ne escono sono indimenticabili perché sanno emozionare e raccontare storie, raccontano di paesi, di gente, di terra. Ecco che allora una dopo l’altra mi sono passate davanti agli occhi le immagini sorridenti di Franco e Margherita (chissà quanto sarebbero stati contenti di vedere la loro Pederzana ieri su quel palco!), dello zio Massimo che mi ha iniziato a questo mestiere e da sempre ha creduto in questo complesso progetto di valorizzazione di un vitigno tanto bistrattato, dei mie genitori senza i quali non sarei mai potuto essere su quel palco, poi di Giorgio Guizzardi, il primo cantiniere con cui ebbi modo di muovere i primi passi, di Gianni Pedrini che ha lavorato con me in campagna per 20 anni e prima aveva già lavorato anche per Franco Simonini(quante fatiche,quanta polvere e quante avventure assieme!) ma anche del mio aiutante di cantina in vendemmia Antonio Grilli e di Medardo Pinotti, grande uomo ed eccezionale lavoratore che ci ha lasciati proprio sabato scorso, di mio zio Sandro che ha scartabellato carte in ufficio per 10 anni, di Mario Picchioli che da qualche anno é il mio braccio destro, di mia moglie Laura che é il nucleo amministrativo dell’azienda e che era in platea ad applaudire e ad emozionarsi con me, poi di mia figlia Margherita che inizia già a correre in cantina e a chiamare lambrusco le bottiglie che vede girare per casa e che mi dice sempre: ” papà, ha un profumo buonissimo”. Sì,perché…questo é stato il riconoscimento più importante delle mia carriera e lo voglio condividere con tutti loro che hanno vissuto, fatto fatica, sperato e amato la Pederzana quanto il sottoscritto. Poi abbiamo fatto una foto collettiva dei 100 produttori e, in quel momento, ho realizzato anche che avevo delle grandi responsabilità nei confronti di una regione che amo tantissimo (dell’Emilia Romagna eravamo solo in due nella lista, a proposito…faccio i complimenti a Elena Pantaleoni della Stoppa), di un vitigno, il Grasparossa, che ormai conosco meglio di qualunque altra cosa e che, scherzosamente, sono solito definire “il miglior amico dell’uomo” perché non ti tradisce mai, neanche nelle annate più difficili; di un paese, Castelvetro, dove affondano le mie radici e dove é nata e crescerà mia figlia. Tutto questo é il bellissimo “fardello” che dal 6 dicembre sono molto orgoglioso di portare sulla schiena, per me che solo vent’anni fa sognavo una notte così e che ieri ho visto davvero realizzarsi il sogno di una vita. Ora…festeggiamo e poi… avanti verso nuovi traguardi e a rincorrere nuovi sogni. Ah,dimenticavo,ci hanno chiesto di presentare una vecchia annata particolarmente significativa per noi e io…ho scelto il Grasparossa vendemmia 2008 perché é stata un’ annata magica che ci ha fatto prendere numerosi riconoscimenti e,perché…é ancora buonissima!!! Visto che dovrò giocarmi nel migliore dei modi questa carta,ho pensato di stupire tutti sulla durata(per molti inaspettata!) di questo vino.

Francesco Gibellini



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